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Indipendenza, ufficiale lo stop al referendum

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Gli imprenditori disposti a contribuire alla causa dell’ indipendenza a suon di quattrini?
«A tutt’ oggi sono a me sconosciuti e ignoti»: con questa punta di ironia ieri il governatore Luca Zaia ha commentato l’ ufficializzazione della delibera (pronta com’ è noto ancora da fine settembre) che dispone la restituzione ai 1.363 donatori dei 114.914,88 euro raccolti dalla Regione a favore del referendum, poi bocciato dalla Corte Costituzionale. Secondo il leghista si trattava di un atto dovuto, che tuttavia non fermerà la spinta autonomista del Veneto, come peraltro già emerso con l’ incarico assegnato al giurista Mario Bertolissi: «Abbiamo affidato a un pool di costituzionalisti la valutazione e lo studio di nuove azioni, con riferimento anche al quadro giuridico nazionale e internazionale». I venetisti infatti non mollano. «Era chiaro che non sarebbero mai stati trovati i 14 milioni necessari – afferma Antonio Guadagnini, capogruppo di Indipendenza Noi Veneto – e per questo rilanciamo, entro la fine della legislatura, la proposta di un referendum da agganciare ad una scadenza elettorale già fissata e dunque senza comportare nuovi costi». I tosiani invece attaccano la Lega: «Ci ricordiamo – afferma il consigliere Maurizio Conte – come nel 2014 i capoccia leghisti accusavano Flavio Tosi di essere “tiepido” sull’ indipendenza? Quando mai è stata avviata una campagna informativa ai cittadini sul referendum da parte della Regione?». Esulta l’ ex consigliere regionale Antonino Pipitone dell’ Italia dei Valori, che all’ epoca si oppose alla legge: «Siamo stati facili profeti e continueremo a ritenere che la strada giusta sia predisporre una maggiore autonomia fiscale e legislativa per un grande Veneto in un’ Italia unita».


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