Ad Adria il tempo sembra essersi fermato al 2010, quando la decisione dell’allora amministrazione Bobo1 di vendere importanti aree verdi di proprietà comunale in via Risorgimento, la contigua via Bruno Buozzi, via Respighi, riviera Cengiaretto, sollevò le proteste dei cittadini, che contrari a tale decisione motivata dalla mera necessità di fare cassa, raccolsero con una petizione ben 1400 firme in pochissimi giorni. Esordisce così il comunicato dell’Idv a firma della capogruppo Rosa Barzan e della portavoce Simonetta Girardi che parte da lontano per arrivare all’attualità, ossia la messa in vendita di un’area di verde pubblico in zona Amolaretta che sarà sottratta al parco giochi utilizzato dai bambini. Negli ultimi giorni, tuttavia, è arrivata una frenata dal sindaco Massimo Barbujani che ha dato mandato agli uffici dell’ur – banistica a trovare una soluzione alternativa. A nulla valsero le dimostrazioni di dissenso degli adriesi – prosegue la nota Idv – che si opponevano con gli unici mezzi a loro disposizione alla perdita definitiva di beni comuni, che dopo la vendita non sarebbero più stati fruibili dalla collettività, ma solo dai privati che li avrebbero acquistati. Ed ecco l’attualità. Ora si ripropone lo stesso penoso copione di allora – dicono Barzan e Girardi – nessun coinvolgimento della cittadinanza, soprattutto di quella parte di residenti che sentono di dover difendere le aree verdi pubbliche da una futura inutile cementificazione a scopo residenziale, della quale la città non ha certamente bisogno, visto il consistente numero di alloggi messi sul mercato per la vendita in tutto il territorio comunale. La necessità di fare cassa – sostiene l’Idv – viene ancora sbandierata come fatto giustificativo delle imminenti vendite di aree finora destinate ad uso pubblico, oltre ad essere valvola di sfogo’ in caso di eventi naturali, purtroppo sempre più frequenti, che mettono a serio rischio l’assetto idrogeologico del territorio. I residenti in via della Solidarietà (quartiere Amolaretta, ndr) hanno intrapreso la via della protesta civile verso una decisione che ritengono eticamente sbagliata, chiedendo pubblicamente l’aiuto di tutti coloro che vorranno sostenerli, cittadini, associazioni, movimenti, forze politiche. Da parte nostra – assicurano Barzan e Girardi – esprimiamo, come già fatto innumerevoli volte nelle sedi istituzionali, la massima contrarietà verso l’ennesima azione di depauperamento delle aree verdi di proprietà comunale che devono restare fruibili da tutti, convinti che continuare a svendere il patrimonio pubblico sia non solo un impoverimento dal quale non si può tornare indietro, ma anche e soprattutto la dimostrazione che si continua a scegliere la via più facile nell’amministra – re la città, si vende finché ce n’è poi si vedrà.
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